Il bullismo e il cyberbullismo sono una vera e propria emergenza sociale che procura profondi danni alle giovani generazioni, alla scuola italiana e alla società in generale. Molte ragazze e ragazzi abbandonano la scuola, manifestano sintomi psichiatrici e alcuni mettono in atto comportamenti anticonservativi fino addirittura al suicidio.
Per questo motivo si è pensato d’inserire nel percorso di Formazione Specifica in Medicina Generale, un Seminario rivolto a a circa 160 futuri medici affinché siamo messi nelle condizioni di poter “diagnosticare” e curare i “sintomi” delle vittime del bullismo.
Il corso di formazione presenta il fenomeno del bullismo in tutta la sua complessità e in tutte le sue varianti (abilista, sessista, razzista, ageista, ecc.) e analizza le dimensioni cognitive, emotive e psico-sociali tramite le quali si manifesta, sia nel mondo reale sia sul web e tramite i Social Network.
Durante il periodo della pandemia Covid19 e il conseguente isolamento domestico è aumentato a dismisura l’utilizzo del web e dei social network e, di conseguenza gli episodi di cyberbullismo: “il 60% di ragazzi e ragazze tra i 13 e i 23 anni ha subito atti di bullismo e cyberbullismo sui Social; il 68% ha assistito a episodi simili e il 42% ha subito violenza psicologica dai propri coetanei. […] Sei ragazzi su dieci non si sentirebbero sicuri nelle loro interazioni sui Social”. (Osservatorio di Terres des Hommes in collaborazione con ScuolaZoo, 2021).
I numeri sono allarmanti. Il Web può rappresentare un pericolo e una grave minaccia per le giovani generazioni ma nello stesso tempo contiene preziose risorse per contrastare il cyberbullismo proprio a partire dal Web. Una sezione del corso è dedicata all’illustrazione dei progetti e dei servizi attivi sul web a cui rivolgersi per segnalare episodi di cyberbullismo. Certamente il fenomeno non si può contrastare in maniera isolata nell’ambulatorio del medico. È fondamentale infatti “fare rete”, creare intersezioni tra i giovani (bulli e bullizzati), le famiglie, la scuola e le altre istituzioni (polizia, assistenza sociale, ecc.).
Uno degli obiettivi del corso è offrire un contributo per creare le “reti”, per una “cura” centrata sulle vittime del bullismo ma anche sui bulli, talvolta vittime loro stessi di pregiudizi, stereotipi o di situazioni familiari e sociali che contribuiscono a generare atteggiamenti e comportamenti di cui spesso non si è consapevoli. Se un ragazzo cresce in una famiglia e in un contesto sociale dove apprende che solo tramite la violenza si possono soddisfare i propri bisogni, utilizzerà modalità violente anche con i suoi coetanei e nel contesto scolastico. Questi condizionamenti non lo rendono libero di agire e quindi ci si potrebbe domandare quanto sia responsabile delle sue azioni. Non si tratta certamente di giustificare gli autori di atti di bullismo, che talvolta sfociano in reati penali, ma di aiutare a comprendere il fenomeno in tutta la sua complessità, al fine di prevenire e poi eventualmente curare il bullo e le sue vittime.
Il corso di formazione non prevede mere lezioni frontali ma giochi d’aula interattivi e coinvolgenti che aiutano a riflettere sul fenomeno a partire dalle esperienze vissute a livello personale e professionale. Il corso è gestito da due medici (Maria Milano e Roberto Lala) e due filosofi (Maddalena Bisollo e Luca Nave) da anni impegnati in progetti diretti a contrastare il bullismo in tutte le sue forme, in particolare nelle scuole secondarie di Torino e provincia (Centro Servizi Didattici – MIUR) e in collaborazione con il Tribunale di Torino, il Centro di Mediazione Penale, il progetto “Aria – Spazi Reali” e l’Ufficio Servizi Sociali Minori del Comune di Torino.
A febbraio partirà un nuovo corso sul bullismo e il cyberbullismo rivolto agli insegnanti delle scuola di ogni ordine e grado della Regione Piemonte. Scopri il programma sul Catalogo CESEDI.